Una menzione su Facebook, un retweet, un commento, un like, un link su un forum sono tutti segnali sociali che la rete esprime in un determinato contesto e in relazione a un oggetto – o entità – del web. Sono tracce di apprezzamento o di condanna che gli utenti imprimono nel cyber-spazio e che forniscono informazioni utili per configurare la reputazione di una pagina, di un sito web, di un personaggio della rete. Ci si interroga da anni sul reale valori che social signals e social proof (riprova sociale) possano avere ai fini del posizionamento sui motori di ricerca. Ad oggi, sembra che esista una risposta univoca da parte dei SEO specialist di tutto il mondo; presto, però, le cose potrebbero cambiare sostanzialmente e irreversibilmente.
I segnali sociali aiutano la SEO? Ni
Da un punto di vista più prettamente tecnico, le interazioni dei social network generano link nofollow e, in quanto tali, inefficaci ai fini SEO. Ma, ad una visione più ampia, ciò che si racconta nel web fa inevitabilmente da cassa di risonanza, aiuta a raggiungere più persone che, a loro volta, sono essi stessi potenziali generatori di contenuti. Si tratta di un principio che è anche alla base della link earning, il modo virtuoso di fare link building tramite l’acquisizione spontanea e meritocratica di link. Attraverso gli utenti passano quelle connessioni di rete che sono il sale del sistema digitale odierno.
Siamo nella SEO 3.0?
Sono forse le basi di quello che, da anni, si profetizza essere il nuovo corso della SEO, quello che viaggia sui binari della semantica e dei contesti sociali. Ogni keyword di ricerca appartiene a uno o più contesti sociali, che a loro volta contengono una vastissima quantità di oggetti che si relazionano tra loro. Così si struttura un approccio più ad ampio largo per ciò che concerne l’assistenza all’utente, in un modo più complesso e specifico.
La prima fase della SEO, quella più rudimentale, si serviva di corrispondenze basilari, in cui l’utilizzo delle parole chiave e l’utilizzo sistematico di link erano sufficienti ad accrescere il valore di una pagina. La seconda ondata della SEO ha coinvolto la qualità, espressa nei contenuti e nella specificità dei singoli link. La terza fase, la SEO 3.0, è ancora in fase di germinazione anche se già tangibile; la piena maturazione è lontana, potrebbe richiedere mesi o anni o anche di più, ma ha già tracciato un solco e indicato la nuova via da seguire, che è quella dell’acquisizione di autorevolezza attraverso le manifestazioni più spontanee della gente, come avviene nel mondo fisico e in ogni contesto che implichi una relazione tra nodi, siano essi persone reali o profili virtuali.