Si può licenziare un dipendente assoldando un investigatore privato? È considerato legittimo il licenziamento quando si fonda su comportamenti illeciti comprovati da un’agenzia investigativa? La risposta è si ma con delle precisazioni che affronteremo in questo approfondimento. Se sospetti che un dipendente assuma comportamenti illeciti nei confronti della tua attività sai bene che non puoi procacciarti da solo le prove, magari installando telecamere di sicurezza senza che i lavoratori ne siano informati.
Così l’unica cosa che ti resta da fare per non correre alcun rischio è quello di cercare online un buon investigatore privato a Roma e contattarlo per spiegare la tua situazione. Cosa potrà fare il professionista per te? In che modo potrebbe agire per fornirti le prove per il licenziamento? Quali rischi corri muovendoti in questo modo?
Le sentenze e la giurisprudenza in merito
La giurisprudenza lascia sempre maggior spazio e credito alle prove fotografiche nell’arco dei processi che, per il piano lavorativo, riguarda illeciti commessi sia dal datore di lavoro che dal dipendente. Le attività investigative private, quindi, sono state in un certo senso sdoganate e quando sono compiute da professionisti abilitati non si corre il rischio di incappare nelle conseguenze dei reati di molestie, stalking o violazione delle libertà private.
Quindi no, l’investigatore privato non viola la legge quando viene assoldato per provare irregolarità di comportamento dei dipendenti per cui, grazie ad una sentenza del Tribunale di Padova, abbiamo la certezza che si possa procedere in questo senso. La sentenza a cui facciamo riferimento riportata dal portale La Legge per Tutti è solo una delle tante che si sommano nella nostra giurisprudenza e che affronta il delicatissimo rapporto tra dipendente e datore di lavoro.
Cosa ammette la legge?
Dal momento che il titolare di azienda non può pedinare o controllare i lavoratori al di fuori dell’orario di lavoro, come potrebbe accertarsi che questo commetta atti illeciti nei confronti del contratto? Qual è il confine tra le libertà del datore di lavoro e il rispetto della privacy? In base alle sentenze conosciute non si può seguire il dipendente dentro il portone dello stabile in cui vive come non è ammesso filmare ciò che avviene nel suo appartamento nascondendosi al di fuori di una finestra.
Sono anche vietate le riprese in giardini privati così come le prove acquisite superando muretti, aiuole o staccionate che delimitano la proprietà privata. Ciò che può divenire oggetto di prova è quanto accade in aree senza protezioni e, in alcuni casi, al di fuori dell’orario di lavoro.
Cosa fare in caso di sospetti?
Per questo quando il datore di lavoro sospetti di attività illecite che violino il contratto lavorativo o la legge egli sarà legittimato a incaricare un investigatore privato per fornirgli le prove di tali condotte. Lo Statuto dei Lavoratori prevede che il controllo occulto sia vietato ma questo non è vigente al di fuori dei locali aziendali dove è possibile ricorrere a investigatori privati. Al tempo stesso è ammessa qualsiasi prova fotografica, anche se questa non dovesse provenire da un investigatore a patto che questa provenga da orari al di fuori di quelli lavorativi.
Questo vale per i casi in cui un dipendente millanti una malattia ma venga sorpreso a passeggiare al parco o per chi usufruisca dei permessi della 104 senza però adempiere a tale scopo. Certo è che un report redatto dall’investigatore non è considerato una prova finché il giudice non lo convochi a testimoniare. In questo caso le prove verranno acquisite agli atti processuali e la deposizione diventerà una prova valutabile.