Una parte consistente del costo delle onoranze funebri è dovuta alla scelta della bara i cui costi variano in base ai materiali e alle dimensioni. Anche se si tratta di una scelta penosa e difficile da fare nell’imminenza della morte del proprio caro, è opportuno saper scegliere la bara perché questa è l’ultima dimora che accoglierà le spoglie del defunto ed è bene che sia di buona qualità per evitare sgradevoli fastidi o richiami per via della perdita dei liquidi o degli odori sgradevoli che si possono sprigionare in seguito ad una cattiva saldatura. Per questo è anche importante affidarsi ad una buona agenzia funebre (si può consultare il sito della Cattolica San Lorenzo al seguente link: www.cattolicasanlorenzo.it). Cosa bisogna sapere, dunque, riguardo alla fattura delle bare e cosa prevede la legge italiana in materia?
Materiali e caratteristiche dei cofani funebri
Il D.P.R. 285/1990 disciplina il sistema funerario italiano che prevede l’impiego per i cofani funebri di diverse tipologie di legno: noce, castagno, ciliegio, radica rinforzato da una cassa zincata e rivestita di tessuti – prevalentemente di raso, seta o cotone – per foderare l’interno. Per quanto riguarda le decorazioni, le applicazioni, incisioni e bassorilievi, dipende dal gusto e dalle scelte dei parenti. Oltre all’impiego del legno, la legge apre alla possibilità di utilizzare materiali alternativi come la cellulosa o la plastica biodegradabile in Mater Bi per andare incontro alle scelte dettate da maggiore sensibilità ambientale, purché nel rispetto delle principali norme igieniche e di salvaguardia della salute pubblica.
Come procedere correttamente alla saldatura e chiusura del cofano funebre
Una delle situazioni più incresciose in cui si ci può imbattere è la fuoriuscita nel tempo di liquami e odori dalla bara del defunto a causa di un cattivo materiale utilizzato o nell’errata chiusura del cofano a tenuta stagna da parte degli addetti dell’agenzia funebre. Ancora una volta è bene informarsi e rivolgersi ad agenzie di comprovata esperienza.
Innanzitutto, occorre sapere che la legge vigente richiede che lo spessore della lamiera della cassa metallica sia di:
- 0,660 mm se di zinco;
- 1.5 mm se di piombo.
La saldatura avviene in due modi: a caldo o a freddo. La tipologia più tradizionale è la saldatura a caldo che, però, comporta dei disagi agli operatori. Le leghe a base di piombo sprigionano, infatti, fumi irritanti e nocivi per la salute durante il decapaggio della lamiera zincata, pertanto gli operatori del settore che adottano questo tipo di saldatura devono essere sottoposti a controlli medici periodici (L. 626/1994). La saldatura a freddo, invece, è più rapida e meno pericolosa, ma prima della saldatura è necessario apporre uno strato di collante lungo il bordo interno della cassa in zinco e solo dopo si potrà sigillare il coperchio. La chiusura con lo stagno prevede che dopo la posa del coperchio, si stenda una colata di stagno, appunto, lungo i bordi della cassa; questo serve affinché la saldatura resista e compensi eventuali soluzioni di continuità tra la copertura e il contenitore inossidabile.
È evidente che nel momento del dolore non si riesce a seguire e valutare tutti i passaggi e si tende ad affidarsi a ciò che le agenzie propongono, ma a maggior ragione e con un po’ di sforzo di volontà è necessario informarsi e rivolgersi alle migliori agenzie possibili per poter garantire una sistemazione decorosa al proprio caro estinto.